Non è un eroe. Tantomeno un diversamente abile.
E’ un ragazzo affetto da distrofia muscolare
che ha iniziato a giocare a hockey su carrozzina fino a diventare capitano
della nazionale italiana. Claudio Carelli mi ha regalato il privilegio di
conoscerlo ormai una decina d’anni fa. Giocava a Monza ma voleva evitare gli
scomodi trasferimenti dalla sua Jerago. Nel 2003 la squadra varesina prende
forma. Sembrò un miracolo e invece fu solo l’inizio di un crescendo incastonato
di 5 scudetti, 3 Coppe Italia e 2 Super Coppe e per Claudio anche 10 anni da
capitano della nazionale azzurra con la fascia regalatagli dall’idolo Alex Del
Piero. Energia e forza gli arrivano da mamma Giusy e papà Giordano, ad arricchirgli la vita ci pensa Rita, l’anno scorso
catturata con la fede al dito dopo tanti anni insieme.
Questa la storia in pillole di
Claudio Carelli fino alle 12.45 di ieri, momento in cui è iniziato un altro capitolo di una meraviglioso romanzo.
Il protagonista non è un eroe. Tantomeno un diversamente abile
E’ un figlio, un uomo, un marito e…un papà! Benvenuta
Giorgia!