02 dicembre 2013

SCUOLA "FERRUCCIO MODENA" HAITI


Quattro persone in meno di un mese hanno messo in piedi due capannoni per un totale di 1500mq composto da 28 aule che ospiteranno 1000 scolari dai 3 ai 15 anni. Un idea nata due anni fa nel vulcano saronnese Mita Ferrario, venuta a sapere che dall’altra parte del mondo, sul campo di calcio della Missione Missione delle "Piccole Sorelle e Piccoli Fratelli dell'Incarnazione" a Port au Prince, capitale di Haiti martoriata dal terremoto del 2010, c’era un’ammasso di ferro comprato e importato dagli Stati Uniti dal fondatore dell'ordine religioso e della Missione Padre Armand Franklin. Per Mita pensare equivale al fare. Con un giro di telefonate convincenti la squadra è pronta. 
Un esercito? Macchè.
Otto tra pensionati e “donatori di ferie” e naturalmente lei, Mita, in veste di garante, progettista, coordinatrice e...
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trovatrice di fondi e disponibilità". Davanti a tanta determinazione anche la Croce Rossa Italiana toglie il masso all’entrata della sua grotta di Roma e mette sul piatto 65.000€. Fatto il conto di ciò che c’era è stato necessario capire e trovare ciò che mancava. In fondo non molto…due container di 40 tonnellate riempiti e spediti in un mese. A chi aveva preparato la base si è unito chi doveva concludere e consegnare la chiavi. Per l’atto conclusivo partono in quattro e in un mese quell’ammasso di lamiere e bulloni diventa una scuola che Padre Franklin non esita a definire "la più bella di Haiti".

Un lavoro senza sosta nelle ore di luce dalle 6 alle 18, ad una temperatura media di 40°. Un impegno e una dedizione totale volutamente non celebrata da una inaugurazione ufficiale ma dal semplice ricordo di un compagno di tante altre donazioni e missioni di pace in giro per il mondo che stavolta ha seguito i suoi amici di sempre dall’alto. Per lui e per tutti quei volontari che hanno donato gran parte della loro vita all’attenzione per gli altri ad Haiti ci sono mille bambini che frequentano la Scuola “Ferruccio Modena”

costruita dai volontari Mita Ferrario, Gabriele Piccinelli, Gianluigi Tonero e Domenico Ambrosini del Comitato Locale della Croce Rossa di Varese, Renato Sabbioni della Croce Rossa di Codogno, Giorgio Miari della CRI di Rivarolo Canavese, Mario Piva della CRI di Castiglione delle Stiviere, Mario Cagno della CRI di Montà d’Alba, Claudio Cini della CRI di Lucca con l’appoggio del presidente  e del vice presidente della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca e Maria Teresa Letta e del presidente del Comitato Locale della CRI di Varese Angelo Bianchi. 
Al momento dei saluti occhi lucidi, tristezza e stanchezza contrastavano con la voglia di tornare a casa dopo un mese lavorativo che un  qualsiasi sindacato definirebbe “disumano”. 
Solo poche ore dopo, tra un aereo e l'altro è già nata una buona idea per tornare. Buona idea + belle persone = si può fare…e si farà!