25 febbraio 2015

IL LUNGO ABBRACCIO DEL VELA

La mattinata all’Abetone è volata via veloce e senza intoppi. Ogni volta che ci si avvicina ad un evento la paura è sempre quella della prima volta che ho accompagnato persone con disabilità a conoscere il monosci. Albergo e impianti già conosciuti e massima garanzia di accessibilità. Nel fine settimana dal 5 all’8 marzo, nelle mani dell’associazione varesina Freerider Sport Events saremo in 110! 
Tutto a posto, tutto pronto, nessuna preoccupazione a parte quella del tempo che farà. Si riparte verso casa soddisfatti. Scendendo in macchina si incontra Pescia. In macchina con me c’è il Caccia. A Pescia c’è una coppia che il Caccia adora. 
Lui, Alessandro, è nato e cresciuto a Pescia, volato e rimasto in Brasile, a Porto Alegre, per amore di lei, Daniella, che una tantum si concede una vacanza nella terra del suo compagno.
Per il Caccia è una rara occasione di parlare e respirare la sua passione intrisa di verde oro. Per me il secondo incontro con la coppia che potrebbe essere il mio punto di riferimento per quella che sarà la mia quarta e ultima Paralimpiade dal vivo: Rio 2016.
Due splendidi abbracci e si riparte ma il piede sull’acceleratore si rialza quasi subito perché sul lato destro della strada c’è un cartello  che indica Pistoia a pochi km. A Pistoia da un paio di settimane c’è l’ex allenatore del Varese Stefano Sottili. Arrivato al posto di Lucarelli ha rimesso gli arancioni in carreggiata vincendo due partite su due. E poi lo stadio. E’ messo peggio di quello di Magnago ma come il "Franco Ossola" è popolato da bei ricordi. Su tutti il “diversamente scudetto” della Primavera di Devis Mangia con gli spogliatoi palcoscenico del coro “non succederà più” urlato a squarcia gola da nessun biancorosso escluso. Breve pit stop per una telefonata e il mister è precettato.
L’incontro avviene sotto la curva dello stadio chiusa da tempo perché inagibile. La stessa dove l’allora allenatore della Fiorentina Primavera, Renato Buso, saltava nervosamente su e giù dai gradoni mentre sul campo la sua squadra non riusciva a far gol al Varese ridotto in 8. Eccolo Sottili! Casacche in una mano e programma dell’allenamento quotidiano nell’altra. Scatta l’abbraccio con il Caccia e l’inevitabile domanda “come sta il Varese?”. Il Caccia sussurra un disperato “viviamo alla giornata sperando di arrivare in fondo”. Poi tocca a me e mi viene da porgere la mano perché la confidenza con il mister non è la stessa della Caccia.
Invece no, anche per me c’è un abbraccio. Il periodo personale non è dei migliori e quindi un abbraccio, il secondo della giornata, fa sempre bene. Se poi da uno che c’è venuto una volta sola senti dire “quand’è la tu serata al Vela?”, beh allora la giornata che voleva essere di scarico da cattivi pensieri sale al massimo livello e diventa speciale. “Come non la fai? Possibile che ci si perda una cosa così?”. Io e il Caccia pensiamo a due perdite diverse ma nessuno dei due risponde. “E come sta Bebe Vio? - fa pressing il mister - Chegganza ragazzi! Da quando l’ho conosciuta al Vela la “uso” come esempio con chiunque, in ogni occasione, in primis con i miei figli e più recentemente con i miei nuovi giocatori. Una lezione ricevuta in dono a cui voglio dar più valore condividendola con più gente possibile, soprattutto i giovani. Spero di poterla rivedere presto Bebe".
La Pistoiese è già al lavoro sul campo guidata da Bongiorni. anche lui era al Varese con Sottili. Alle nostre spalle arriva Nelso Ricci, espertissimo Direttore Sportivo della Pistoiese. “Direttore - fa Sottili - questi sono amici venuti a trovarmi da Varese”. Ricci si gira e prima di entrare in sede sfodera l’essenza della toscanità: “Qualche danno l’hai fatto anche lì!” 

Una sana risata e abbracci veri concludono una belle giornata iniziata con l’ennesima notte insonne di questi ultimi mesi zeppa di preoccupazione e cattivi pensieri, proseguita tra il monte e il mare di Toscana dove mi hanno accolto con un abbraccio, chiedendomi del Vela.